La Storia e il Mito di Delphi
La storia e le origini della città di Delfi
Il mito narra che Delfi venne prescelta da Apollo in occasione della sua discesa dall'Olimpo alla ricerca di un luogo consono alla fondazione di un suo santuario, per operare la quale dovette anche combattere contro il serpente Pitone, figlio della Dea della Terra Gea, che custodiva il tempio dell'antica città greca.
Il culto apollineo venne poi affidato dal Dio a mercanti cretesi, la cui nave venne trasportata alle pendici del Monte Parnaso dallo stesso Apollo che nell'occasione prese le sembianze di un delfino, animale al quale la città deve il proprio nome.
Il legame indissolubile tra il dio e la città che ne ospita il santuario, aiuta a comprendere le ragioni per le quali l'oracolo di Delfi divenne il più celebre e il più ascoltato dell'antica Grecia.
Innanzitutto il Dio auriga del carro solare era ritenuto il tramite tra Zeus, di cui era figlio illegittimo, e i mortali e ciò può contribuire a spiegare il motivo per il quale il suo oracolo godesse di tanto prestigio.
Inoltre ad Apollo era anche attribuita, sempre secondo la mitologia, la funzione di custode del mantenimento dell'etica e delle leggii: a lui si ricorreva per i rituali di purificazione individuali o collettivi qualora fossero stati infranti precetti che avrebbero potuto scatenare l'ira degli dei.
In un'epoca storica nella quale la divinazione era intensamente celebrata, il culto per l'oracolo, radicato fin dell'VIII secolo A.C., venne ad acquisire una centralità sempre maggiore in ambito sociale e politico, a tal punto da rendere necessaria l'istituzione di un ente a sua salvaguardia: l'anfizionia delfica, una lega di popoli e città siti nelle vicinanze del Santuario che cooperavano nella sua gestione e difesa.
Per comprendere quanto fosse strategico il controllo del Tempio, basti citare il fatto che la Grande Colonizzazione dell'VIII-VII sec. a.C fu guidata dai responsi oracolari e che da tutte le città greche giungevano cittadini per scrutare la volontà divina sia su questioni pubbliche che private.
Inoltre i visitatori del santuario panellenico omaggiavano poi la divinità con doni che resero assai cospicuo il patrimonio di Delfi.
Una così ingente concentrazione di potere e di ricchezze rese la città oggetto di molteplici mire, determinandone anche il coinvolgimento in numerose lotte e in particolare nelle quattro guerre sacre che si svolsero tra l'inizio del VI secolo A.C. ed il 338 A.C. concludendosi con l'affermazione della Macedonia.
In seguito Delfi condivise la meesima sorte delle altre città greche che vennero poste sotto il dominio di Roma, uscita vittoriosa dalla battaglia di Pidna del 168 A.C.
Il santuario apollineo non fece eccezione e pure su esso gli imperatori romani esercitarono il loro potere, procedendo anche ad alcuni restauri ad opera di Augusto, Domiziano e Adriano.
Il progressivo affermarsi del cristianesimo causò tuttavia un inarrestabile declino del tempio apollineo, il cui culto inizialmente resistette di fronte all'affermarsi del cristianesimo e al conseguente abbandono dei riti pagani, ma terminò nel 394 in seguito alla chiusura definitiva decretata da Teodosio.
L'interesse verso Delfi rimase comunque vivo, traendo nuova linfa dagli scavi archeologici, intrapresi nel 1860 da studiosi tedeschi e proseguiti a partire dal 1889 dall'Ecole Francaise d'Athene, per avviare i quali fu anche necessario spostare il villaggio di Kastri.
Il nucleo del sito archeologico è rappresentato dal tempio di Apollo, ma celeberrimi sono anche lo stadio, il teatro e numerosi thesauroi, che custodivano i doni delle città greche all'oracolo, attraverso i quali possiamo anche comprendere le peculiarità delle varie poleis.
I manufatti riportati alla luce nel corso degli scavi sono conservati nel Museo cittadino: gli oggetti più antichi risalgono al 1600 A.C., ma le mura che circondano il nucleo archeologico probabilmente sono antecedenti.